Trofeo in ricordo di Pietro Micca.
- Informazioni sull'opera
Si legge testualmente sul Trofeo in bronzo:
“La società dei tiratori torinesi raccolta nel culto degli ideali che diedero a pietro Micca virtù di magnanimo sacrificio ricorrrendo la bicentenaria commemorazione del fatto glorioso apreil campo alla gara delle armi presidio sicuro della patrai redenta redenta.”
Si ritiene ragionevolmente che il Trofeo si riferisca ad una gara indetta dal Tiro a Segno Nazionale Sezione di Torino per ricordare l’anniversario nel 1906.
Pietro Micca, registrato all’anagrafe come Pierre Micha, battezzato come Joes (Joannes) Petrus Micha e anche noto col nome piemontese di Pero Mica (Sagliano, 5 marzo 1677 – Torino, 30 agosto 1706) è stato un militare sabaudo.
Nato a Sagliano, ora Sagliano Micca in onore del minatore, da famiglia modesta, per i primi anni della sua carriera lavorativa ricalcò le orme di muratore del padre. Rimasto disoccupato, avendo una moglie e un figlio a carico, nel luglio del 1705, non trovò altra soluzione che unirsi alla compagnia di minatori dell’esercito sabaudo, allora impegnato nella guerra di Successione Spagnola.
Ben presto il soldato piemontese, quasi un novizio, venne chiamato a difendere la capitale Sabauda, tant’è vero che Torino, nel giro di pochi mesi, vide oltre 44.000 soldati francesi accerchiare la Cittadella.
Ruolo molto importante, durante tutta la durata del conflitto, fu giocato dalle gallerie di contromina e dai corrispettivi minatori. Scavate al di sotto degli spalti della Cittadella e disposte su due piani, si estendevano e diramavano per un totale di circa 14 Km, fino ad arrivare ad una profondità di quattordici metri. Qui la compagnia di minatori del battaglione d’artiglieria garantiva il controllo del sottosuolo e la collocazione delle cariche di esplosivo, destinate a rovinare gli intenti di assedio nemici. Il sistema, usato per contrastare il nemico in superficie, era denominato di “Contromina”. Si trattava di scavare piccoli cunicoli con il fine di posizionarvi dell’esplosivo all’interno. Al fine di evitare il contraccolpo dovuto all’esplosione, questi tunnel venivano riempiti di terra e puntellati. Superfluo dire che, se nel sottosuolo venivano riscontrati effetti limitati, in superficie ve n’erano di devastanti.
È proprio in questi luoghi, stretti ed angusti, che l’odierno celebre Micca si guadagnò il soprannome di Passpartout; si pensa che questo nomignolo fosse dovuto alla sua particolare destrezza nel muoversi nei cunicoli e passare attraverso qualsiasi anfratto.
Il buon Micca trovò purtroppo la morte nella notte fra il 29 e 30 agosto del 1706, data che ancora oggi la città di Torino vive come un’importante ricorrenza.
La città era quasi allo stremo e le truppe francesi continuavano la loro inesorabile avanzata. Dopo svariati tentativi di irruzione, grazie ad una nube di morte, creata ardendo i corpi dei soldati caduti in battaglia, i francesi riuscirono a confondere le sentinelle sabaude ed entrarono nel sistema di gallerie della Cittadella. Le forze nemiche cercarono di sfondare una delle porte di accesso che avrebbe portato all’interno, ma Micca, che era di guardia ad una di queste porte, capì immediatamente la situazione e decise di agire. Il tempo era poco, molto poco. Il minatore, un istante prima di dare fuoco alla miccia, che avrebbe fatto saltare un fornello contenente 20 Kg di polvere da sparo e distrutto l’ingresso, allontanò il compagno che militava con lui con la frase che oggi è diventata storica: “Alzati, vai e salvati, che sei più lungo di una giornata senza pane”. Accesa la miccia, in un istante, l’immensa esplosione distrusse tutto e scaraventò il corpo del soldato a grande distanza. Con lui, ovviamente, persero la vita anche gli infiltrati francesi.
Quel suo gesto, tanto affrettato quanto eroico, garantì l’inviolabilità della Cittadella e diede un risvolto totalmente inaspettato alla guerra.
Oggi la città di Torino rende omaggio al suo eroe con una Via, un Museo a lui intitolati e una Statua dove il soldato viene rappresentato in divisa da artigliere, nell’atto di accendere la famosa miccia.
Il Museo Pietro Micca, situato su quello che oggi rimane dell’antica cittadella fortificata, è considerato uno dei più interessanti e significativi musei a carattere bellico d’Italia. Conservato in notevoli condizioni, il museo permette di ripercorrere la storia e i medesimi cunicoli di contromina che in passato giocarono un ruolo strategico fondamentale durante l’assedio alla città.
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