Raffaele Parise, nato a Napoli nel 1773 e morto nel 1851, discepolo di Tommaso Bosco e Fucile, fu tra i più celebri maestri di scherma della sua epoca, e la insegnò per tutto il corso della sua vita, sia nelle Sale private, sia nei R. Collegi della Nunziatella e della Marina. Egli seppe educare al culto della nobile arte una schiera numerosissima di discepoli, e tutti i suoi cinque figli, che si mostrarono valorosi schermitori quanto ardenti patrioti. Fu tale la passione che Raffaele Parise nutrì per la sua arte, che non volle sposare Teresa Faggiano, se prima questa non avesse appreso a schermire; e volle che anche le sue figlie si addestrassero nell’esercizio della spada. A lui tocca il merito di aver saputo nel suo insegnamento conservare le gloriose tradizioni della scherma italiana, serbandole incorrotte da qualsiasi contatto di scuola straniera.
I cinque suoi figliuoli furono Luigi, Achille, Annibale, Augusto e Raffaele.
Luigi, non nell’insegnamento, ma negli assalti, superò persino il padre. L’amore alla libertà lo spinse, nel 1848, ad entrare nelle lotte politiche, ed il Borbone lo rinchiuse nel carcere di S. Francesco, ove morì. La sua eredità schermistica passò al figlio Edoardo.
Achille, padre di Masaniello, autore di un famosissimo trattato di scherma, condannato a morte dal Borbone in seguito ai moti liberali del Quarantotto, trovò salvezza nell’esilio; e a Torino, dove si rifugiò, tenne per lunghi anni una scuola di scherma. Egli stesso a Parigi e a Londra, nel 1854, in pubbliche accademie, diede splendide prove della sua valentia, riaffermando con grande onore il primato della scuola italiana.
Annibale, fu tra i più ardenti fautori della libertà e, dopo lunghe persecuzioni sofferte ai tempi del Borbone, ritornò nel 1860 all’esercizio della scherma, di cui si mostrò fortissimo cultore. Fu uno dei tre fondatori della grande Accademia Nazionale di Scherma, in Napoli, alla cui direzione stette per oltre quindici anni.
Augusto, che non tardò a raggiungere il padre nell’esilio, fu un eccellente e rispettato maestro; e fu per molti anni alla direzione d’una società di scherma in Modena.
Raffaele fu l’ultimo tra i figliuoli del vecchio Raffaele Parise: anche Raffaele continuò la tradizione familiare.
Nella foto compaiono i fratelli Parise (Annibale è il terzo da sinistra), attorno a un ritratto del padre Raffaele.

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